giovedì 11 dicembre 2014

"La casa delle trame luminose" - Le Erbe di Janas e altri racconti


Finalmente posso mostrarvi i primi due sacchetti realizzati in esclusiva per Le Erbe di Janas! Dato il mio interesse per i rimedi naturali e per le erbe, sono davvero felice di questa piacevole collaborazione.
I sacchetti sono tessuti a mano sul telaio tradizionale, usando fili di lino naturale e candida lana sarda. La preparazione dell'ordito per il telaio è anch'essa completamente manuale, proprio come facevano un tempo le nostre nonne: le Janas non amano le scorciatoie!
Infine, dopo la tessitura, le tele sono state cucite con ago e filo insieme alla fodera di cotone, per dar vita ai magici sacchetti...
Come tutte le creazioni ArJànas, i sacchetti verranno realizzati in edizione limitata: ne esisteranno soltanto dieci.
Ovviamente non poteva mancare una dolce storia ad accompagnarli. 
Spero possa riscaldarvi il cuore. :) 


- La casa delle trame luminose - 

In una piccola casa adagiata sul limitare di un verde bosco viveva una giovane tessitrice. In un piovoso pomeriggio d'autunno, seduta al suo telaio, era intenta a tessere una bella tela di lino e di lana. Le sue ore stavano scorrendo così, tra una trama e l'altra, ed ella ne era assai felice e grata. Se non che, quando l'ennesima trama venne battuta, la fanciulla ebbe un leggero capogiro. Qualcuno potrebbe pensare che ciò fosse dovuto alla fatica, ma non sempre la soluzione che appare più sensata è quella corretta. Fatto sta che decise di fermarsi. Prese ad ammirare il lavoro che si estendeva dinanzi ai suoi occhi, posò le mani davanti a sé, sul tessuto, e vi fece scorrere lievemente i polpastrelli. Assaporò la piacevole sensazione data da quel contatto familiare e al tempo stesso mutevole, come il volto della luna. Mentre era assorta nella contemplazione, inaspettatamente un delicato nastro di luce decise di farle visita; filtrava da una piccola finestra andando a posarsi sulla tela, e qui giocava con i bianchi fili intessuti dalle mani gentili. La polvere del lino sollevatasi durante la tessitura galleggiava ancora nell'aria e risplendeva deliziosamente, conferendo a quello scorcio un non so che di fatato. La fanciulla sapeva bene che tutto ciò sarebbe durato non più di pochi istanti, così fece il possibile per far propria ogni molecola di quella bellezza impalpabile e delicata. 
Quando si trovava racchiusa tra i confini del suo telaio, aveva la certezza di varcare la soglia di un mondo che in pochi avevano il privilegio di poter ammirare. Chiuse gli occhi, percorrendo con le dita i sentieri tracciati dalle trame, e si ritrovò sulla stradina di un antico borgo, lastricata ordinatamente con piccole maioliche dai riflessi vagamente argentei. Intorno a lei, dopo le tante ore trascorse al telaio, ancora riecheggiava il dolce suono del pettine di canna. Toc toc. Toc toc. Toc toc. Il ricordo del suono ovattato pareva bussare ad una porta nascosta chissà dove, in profondità; e la fanciulla intorno a sé di porte ne vedeva tante, ma non sapeva dove si trovasse quella che chiedeva con insistenza di essere aperta, né cosa celasse. Toc toc. Toc toc. Toc toc. Il suono, che durante la tessitura era ingentilito dalle morbide trame di lana, mostrava ora un sentiero che sapeva condurre altrove, al di là dei pensieri e del ricordo.
Ella vagava incuriosita per le stradine dell'antico borgo e sovente si soffermava a sbirciare all'interno delle case di pietra. Una in particolare catturò la sua attenzione, poiché non aveva alcuna porta. Toc toc. Toc toc. Toc toc. Ora il suono pareva aver guadagnato una nota di insistenza. La fanciulla si sollevò in punta di piedi per provare a scorgere, attraverso la finestra, cosa vi fosse all'interno della misteriosa casa. Purtroppo però la finestra era posta più in alto rispetto a quelle delle altre case, e la poverina dovette scivolare svariate volte prima di riuscire nel suo intento. Finalmente la punta del suo piede fece presa in una fenditura del muro e la fanciulla riuscì a sollevarsi quanto bastava per riuscire a saziare la sua curiosità. Ecco che, all'interno della stanza, vide se stessa. Era seduta al telaio, intenta nella tessitura. Toc toc. Toc toc. Toc toc. D'improvviso la fanciulla dentro la stanza smise di tessere e sorrise, illuminata dalla calda luce che ella stessa aveva nel cuore. Oltrepassò i confini del suo telaio e si diresse verso la porta d'ingresso. Quando la aprì, un volo di candide garzette si librò nell'aria, portando con sé qualche scintilla di quella preziosa luce che volò in alto, tra le nuvole grigie e le gocce di pioggia che cadevano fitte.

Infine, ecco alcune immagini che mostrano la lavorazione interamente manuale dei sacchetti.

Tessuto in lino sardo tessuto a mano da Arianna Pintus
Un momento della tessitura manuale della tela

Tessuto in lino sardo tessuto a mano da Arianna Pintus
La tela tessuta a mano sul telaio

Tessuto in lino sardo tessuto a mano da Arianna Pintus
La rifinitura dei bordi eseguita con l'ago e il filo di lino

Tessuto in lino sardo tessuto a mano da Arianna Pintus
Interno del sacchetto: particolare delle
 cuciture realizzate a mano
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