martedì 14 ottobre 2014

"Ossidiana": occhi di Janas, scrigni e tesori

Si dice che le Janas avessero occhi neri come ossidiana, o come le notti senza luna. Li rivedo baluginare nell'estasi delle incantate danze notturne, oscure braci capaci di illuminare il ciclo del Tempo, della Natura. Il riflesso di quegli occhi riesco a vederlo ancora, di tanto in tanto, nella fiera profondità dello sguardo di certe donne della mia terra. Magari, come narrano le leggende, nelle loro vene scorre sangue fatato...
Pensando a quegli occhi mi chiedo se qualcuno, in passato, avrà avuto l'ardire di avventurarsi fino alle case di roccia, scavate dalle piccole donne-fate con le loro stesse unghie, e sfidarne il nero di ossidiana, per scoprire come poter ricevere in dono uno dei loro tesori. Esse, depositarie e custodi delle arti e dei saperi legati al mondo antico, ne difendevano l'integrità dalla bramosia e dall'avidità umana.
S'Iscusorgiu, lo scrigno in cui venivano custoditi gli ori splendenti, le stoffe tessute e ricamate con le sete più fini, non è altro che il dono che l'essere umano poteva ricevere nei tempi in cui il suo animo si rivelava affine ai sottili equilibri della Natura. Quando quest'ultimo è mutato, smettendo di riconoscere la sacralità della Terra, profanandone gli elementi, mancando di rispetto alle Janas che ne erano custodi, esse hanno nascosto i loro saperi lontano da occhi indiscreti. Da quel momento non permisero a nessuno di usurpare tale tesoro e, per fare in modo che si mantenesse intatto, posero a guardia dello stesso interi sciami di "Musca maghedda", un letale tipo di mosca che si cibava di carne umana. Se anche nel dormiveglia una Jana avesse sussurrato tre volte il vostro nome, rivelandovi poi la strada da seguire per poterlo trovare, una volta giunti in tale luogo avreste dovuto scegliere se portar via ogni gioia contenuta nello scrigno, oppure godere della sua Luce e tornare indietro più ricchi... nel cuore, grazie a quella vista; poiché nessuno ha il diritto di impadronirsi di un tesoro che appartiene a chi verrà, così come la Terra, la prima scelta si sarebbe rivelata fatale. 
Nell'oscurità dello scrigno immagino risplendere ogni singola gemma, ogni bottone di filigrana, le sottili stoffe ripiegate con cura e morbidamente adagiate che mai verranno indossate, se non nei sogni più belli: simbolo dell'interezza di un luogo incantato la cui soglia non può essere profanata da mani indegne. Ciascun pezzo del glorioso tesoro è un ricordo, un prezioso sapere che le Janas culleranno in grembo per l'Eternità: il grembo, la grotta, lo scrigno e quindi il tesoro, sono parte della Jana stessa.
Il tesoro non deve essere sfidato, ma ascoltato e osservato con rispetto; solo così si potrà coglierne la vera essenza.

Con i fili di lino ho tessuto le piccole Janas dei gioielli "Ossidiana". Esse recano due cristalli di ossidiana nera, proprio come i loro occhi, come la notte che veglia sulle loro danze, come l'oscurità che regna nei loro scrigni. Oscurità che non è assenza di Luce, ma ciò che la richiama e la invita a splendere più luminosa che mai. 

Il primo cristallo del gioiello è piccolo, e risiede sul grembo della Jana; il secondo è più grande e sta sopra di lei, all'altezza del tuo cuore.

Per qualsiasi informazione e per acquistare una delle mie creazioni, contattami!
Particolare del gioiello: il cristallo di ossidiana nera
In questo caso ho tessuto l'ossidiana nel gioiello
"Ossidiana"

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