mercoledì 30 ottobre 2013

"Cenere e Vino" - Una sciarpa per raccontare la Vendemmia

"Ogni anno Martina attendeva la vendemmia con entusiasmo fin da quando i primi acini facevano la loro comparsa tra le foglie verdi e grandi della vite. Quando andava alla vigna del nonno insieme alla sua zia più cara, per prima cosa controllava che ogni acino della sua pianta di vite preferita fosse dove l'aveva lasciato la volta precedente. Ne seguiva i cambiamenti e annotava nella sua testolina ogni minima variazione di colore e dimensione. Questo per lei era un bellissimo gioco che inventò dal nulla, per trascorrere più pacificamente i giorni che la separavano dalla grande festa della vendemmia. Neanche il Natale per Martina era bello quanto quella ricorrenza!
Quell'anno, come tutti gli altri anni, arrivò il ventun settembre. Al mattino presto la nebbia accolse tutta la famiglia, aprendosi pian piano, fino a lasciar posto alla vista dei filari colorati e carichi d'uva.
Martina si precipitò dalla sua pianta preferita, quella in fondo a destra, nell'angolo esterno della vigna. Il primo taglio spettava sempre a lei, essendo la più giovane di età. Doveva aprire le danze, quasi che la vendemmia in quel momento si trasformasse in una festa da ballo e lei fosse la principessa che ha l'onore di danzare per prima.
Felicissima, la bambina afferrò il grappolo d'uva matura, ma non ebbe il tempo di tagliarlo poiché avvertì subito un forte dolore alla mano. Una vespa volò via e le lacrime cominciarono a venir giù dagli occhi di Martina senza che lei riuscisse a fermarle, né voleva farlo, tanto era il disappunto per aver visto il momento atteso a lungo rovinato in un solo istante. La mano andava gonfiandosi sempre più e le faceva male. Pianse e pianse: inizialmente tutti si diedero da fare per coccolarla e far sì che non pensasse troppo al dolore, ma Martina non riusciva proprio a smettere di piangere. Dopo qualche tempo trascorso così, il resto della famiglia inevitabilmente cominciò la vendemmia, ma tutto era diverso senza le risate gioiose della bambina. Così trascorsero le ore e Martina sembrò aver rinunciato alla festa.
Nel pomeriggio la zia le si avvicinò sorridendo amabilmente, quasi che volesse contagiare a Martina quel sorriso.
- Dai, vieni ad aiutarmi! Non vorrai mica farti rubare la vendemmia dalle lacrime e dal malumore!
- No, sono triste e non voglio più vendemmiare.
- Certo che lo vuoi, e sai perché? Perché se mi aiuterai io ti regalerò un segreto che non conosce nessun altro al mondo.
Il volto della bambina si illuminò di curiosità.
- Dammi la mano, - disse la zia - se mi aiuterai te lo svelerò, promesso!
Le due si incamminarono mano nella mano e così raggiunsero la pianta preferita di Martina.
Sua zia raccolse il grappolo d'uva che Martina avrebbe voluto tagliare se non fosse stata punta dalla vespa.
- Su, taglialo! - la incoraggiò.
Martina voleva conoscere il segreto di sua zia e così cercò con tutte le sue forze di vincere la paura. Impugnò le forbici e poco dopo il grappolo rimbalzò nella cesta, per poi confondersi con tutti gli altri.
- Brava, - esclamò sua zia - ora taglia tutti i grappoli delle prime cinque piante e poi raggiungimi.
Non disse altro. Girò i tacchi e Martina la vide allontanarsi con passo sicuro in direzione della piccola costruzione che veniva utilizzata come rifugio dalla famiglia, quando si doveva vendemmiare; oppure dal nonno, nelle pause tra un lavoro e l'altro nella vigna.
La bimba raccolse in tutta fretta i grappoli e corse dalla zia. La trovò accucciata vicino al camino, dove ancora ardeva qualche brace del fuoco acceso per cucinare il pranzo.
- Vieni qui, siediti vicino a me.
Martina si avvicinò docilmente e si rannicchiò di fronte alla zia.
- Guarda, - disse la donna, e prese a tracciare delle figure femminili nella cenere con l'aiuto di uno stecco; in totale ne disegnò tre.
La bimba seguiva ogni suo gesto, incantata.
- Vedi come danzano? Se smettessero di farlo sarebbe un bel problema... l'uva non maturerebbe più. E non ci sarebbe più festa, né vino!
- Chi sono? - Domandò Martina.
La zia non rispose, ma disegnò altre due donne, ciascuna ai lati delle prime tre.
- Non lasciare che una piccola puntura ti impedisca di danzare. E anche se fa tanto male devi provare a sorridere ancora, se vuoi che il vino venga buono. Ora andiamo a finire il lavoro che abbiamo lasciato a metà!
Così dicendo si alzò e condusse la nipote alla sua amata vendemmia, facendole il solletico, danzando e cantando."


I filari bagnati dalla luce del tramonto, il profumo sabbioso del terreno vangato di fresco, la nicchia fra i cespugli che si tramuta magicamente in una tana sicura da cui sbirciare il mondo, senza farsi notare troppo. Momenti di magia e di attesa, quasi che, rimanendo ferma tra i verdi rami, il tempo si fermasse e l'infanzia non finisse mai... Questo, e molto altro, potrebbe aver notato e vissuto la piccola Martina recandosi nella vigna del nonno per la prima volta, e anche le volte successive, quasi che tornarci servisse a prolungare la magia di quel primo incontro. C'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, qualche particolare che forse non è stato osservato abbastanza a lungo, nell'antico regno della vite. Bisogna fargli visita ancora e ancora per verificare che tutto proceda bene, fino alla grande festa della vendemmia.
Dopo aver lavorato tutto il giorno tra canti e risa, ma pur sempre duramente, la fine della giornata esploderà in un tripudio di profumi e colori, mentre dei piccoli piedi di fata prenderanno a saltellare sull'uva matura. Sono i piedini di Martina che guidati dall'amore per la Natura e per la vita si animano in una danza allegra e colorata, per scacciare via il malumore. Eh, sì... la zia aveva proprio ragione!

Immaginando ciò che vi ho narrato ho tessuto la sciarpa "Cenere e Vino", e così la storia di Martina si è intrecciata alla mia e a quella di un'altra donna, risalente all'epoca della sua infanzia. La sua storia non ha avuto un finale tanto lieto e nonostante siano passati gli anni la signora, ormai anziana, continua a raccontarla con un velo di tristezza. Nonostante questo, a è valsa ugualmente la pena di ascoltarla e perché no, tramutare la sua tristezza in qualcosa di più bello e buono.

sciarpe in lana tessute a mano al telaio

Ma torniamo alla sciarpa...
Il suo bordo è decorato da un motivo di pippiolini lavorati all'uncinetto: sono gli acini dell'uva che Martina ha raccolto! Ho ricamato una piccola donna "ArJànas" vicino alle frange, di modo che danzi seguendo i tuoi movimenti... la testa della donna è un luminoso bottone di madreperla, per ricordarti di far brillare il tuo sorriso, anche nel buio :)

sciarpe tessute a mano al telaio nel laboratorio ArJànas

La fascia realizzata all'uncinetto, impreziosita anch'essa da un bottone di madreperla, ti permetterà di indossare la sciarpa in un modo ancor più particolare!
Arriverà a casa tua insieme alla sua storia stampata su carta FSC (Fonti gestite in maniera responsabile), racchiusa in un piccolo libro rilegato a mano.
Puoi trovare questa creazione tessuta seguendo il link sottostante:


A presto!


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